UNA FESTA DALLE RADICI ANTICHE
Oggi è Halloween, una festa popolare antichissima, che affonda le radici nel capodanno celtico di Samhain (pronuncia italianizzata – Sauin), nel mito greco di Kore e la sua discesa nel mondo dell’ombra, e ancora più indietro nel mito di Inanna, la più importante Dea sumera, Ishtar e Iside, suoi corrispettivi babilonesi ed egiziani.
A Samhain si celebra la morte come terreno fertile per portare nuova vita. Le piante si spogliano di ciò che ha vissuto e ora deve morire, e la sua morte porterà nutrimento e calore ai semi, che verranno custoditi nel ventre tiepido della terra fino a primavera. La disgregazione è ciò che permette al vero Sé di emergere, ovvero i semi potranno realizzare la loro vera identità e diventare quercia, melo o frassino, solo grazie alla putrefazione a cui stiamo assistendo.
Così come nell’alchimia, un sentiero per la purificazione del Sé, il primo passo è il Nigredo, anche le antiche Dee danno corpo all’archetipo della discesa nel regno dell’ombra, dove la luce non arriva, il regno dei sogni, dei sentimenti, di tutto ciò che sfugge alle definizioni, alle categorie e ai limiti. La discesa periodica in questo mondo è ciò che porterà poi nuova vita, senso, scopo e comprensione al mondo esteriore. Ex tenebris ad lucem, dalle tenebre la luce, e non viceversa.
IL RITMO SPECCHIATO NEL CICLO MESTRUALE
Il ciclo mestruale ci invita ogni mese a compiere questo viaggio nel mondo interiore, attraverso il suo ormone progesterone, che stimola l’emisfero destro del cervello, che processa emozioni, intuizione e sogni, è iperconnettivo e olistico e percepisce le cose nel loro contesto, rendendoci capaci di leggere le intenzioni degli altri attraverso linguaggio del corpo e intonazioni di voce, ad esempio. L’emisfero sinistro, il suo complemento, definisce, limita, categorizza, e viene stimolato nelle prime due-tre settimane del ciclo, quelle che vanno dalla fine delle mestruazioni all’ovulazione.
Il progesterone, per contro, come una bassa marea, ci rivela ciò che sta sotto, e spesso, ciò che non vogliamo vedere. Se sono stelle marine o rottami dipenderà da quanta cura ci siamo concesse e se è stata proporzionata alle sfide che abbiamo dovuto affrontare.
Per cogliere i suoi doni, anche noi dobbiamo periodicamente compiere l’opera dell’autunno (qui un post che traccia le analogie biochimiche tra ciclo mestruale e autunno e qui un altro sul solstizio invernale) ovvero riconoscere ciò che ha fatto il suo tempo, accettare le nostre morti, e spogliarci di ciò che non ci serve più, e che se rimanesse, diventerebbe tossico. Concederci riposo, cura, silenzio e raccoglimento.
Andare nel mondo dell’ombra ci porta anche nei luoghi ispidi della psiche, e ci mette di fronte alle nostre cicatrici, ai bisogni mai colmati, alle ferite non nutrite, che continuano silenziose a sanguinare, nascoste alla nostra coscienza.
E dunque stanotte, e ogni volta che il progesterone ve lo chiede, accendete un lume nella vostra discesa. Andateci coscientemente, con attenzione, e guardate in faccia quello che fino a ieri non volevate accettare. Non con aria di sfida, o spirito bellicoso, ma compassionevole, curioso, presente. Spogliatevi del superfluo, nutrite le vostre emozioni e la vostra psiche, e raccogliete le ossa che troverete lungo il cammino. E quando ritornate nel mondo esteriore, portatevi i doni dell’ombra con voi.
Buon Samhain donne, che l’ombra sia con voi!
PS Il progesterone domina la fase lutea, che intercorre tra l’ovulazione e la mestruazione seguente, e ha il suo picco circa una settimana prima delle mestruazioni. Se soffrite di sindrome premestruale, potrebbe essere che abbiate troppo estrogeno in relazione al progesterone, uno squilibrio ormonale molto comune, che si può risolvere attraverso cambiamenti allo stile di vita. Ma prima di tutto bisogna imparare a tracciare il ciclo, e se volete ascoltare una riflessione potente e rivoluzionaria guardate questa TedTalk sulla sindrome premestruale.