Endometriosi. Una malattia poco compresa e riconosciuta
Marzo è il mese dedicato a diffondere la consapevolezza sull’endometriosi, una patologia femminile (ma anche maschile) che interessa, si stima, circa il 10% della donne occidentali in età riproduttiva.
E’ una malattia ancora poco conosciuta, e la ricerca scientifica non è particolarmente avanzata e concorde su cause e terapie.
L’Unione Europea ha approvato nel 14 febbraio 2017 una risoluzione sulla promozione della parità di genere nella salute mentale e nella ricerca clinica: in questa risoluzione si parla anche dell’endometriosi e di come lo studio e la cura di questa malattia sia un esempio del trattamento discriminatorio nella ricerca sulle patologie femminili. Non che l’argomento non sia rilevante (e potete approfondirlo su Il Post), ma restiamo sul pezzo.
Che cos’è l’endometriosi
L’endometriosi è la proliferazioni di cellule simili ma non identiche all’endometrio (il tessuto che riveste internamente la cavità uterina, e che crei e distruggi ogni mese) al di fuori dell’utero.
Spesso, queste cellule si trovano nelle pelvi – ovaie, esterno dell’utero, tube di Falloppio, intestino, retto, ecc. – ma anche in altre parti del corpo, come ad esempio la cavità nasale, i polmoni. Queste cellule “mal-riposte” prendono il nome di lesioni endometriali.
L’endometriosi è la migrazione e proliferazione di cellule simil-endometriali al di fuori della cavità uterina
Queste cellule sono sensibili alle fluttuazioni ormonali mensili che caratterizzano specialmente il ciclo mestruale (anche se perfino gli uomini possono averla).
Immagine tratta da endometriosis-surgery.org[/caption]
Sintomi dell’endometriosi
I sintomi variano ma possono includere: crampi molto intensi, vomito, svenimenti, mestruazioni abbondanti e dolorosissime, infertilità, dolore durante la penetrazione, dolore durante l’evacuazione intestinale, ecc.
E’ importante sottolineare che l’endometriosi non causa infertilità di per sé, ma è certamente una concausa importante.
E’ una malattia misteriosa, di cui ancora poco si sa e si capisce, e molte donne vengono diagnosticate solo in seguito ad una diagnosi di infertilità
Alcune donne con endometriosi estesa non presentano alcun disturbo; sono spesso le donne con stadi meno avanzati della malattia che presentano i sintomi più acuti.
L’unica maniera, al momento, per diagnosticare con certezza l’endometriosi è attraverso una laparoscopia (mediante l’inserzione di una fibra ottica attraverso l’ombelico) o la risonanza magnetica.
Spesso però i dottori non la vedono perché sono stati educati a cercare solo le lesioni di colore scuro. In realtà le lesioni presentano colori diversi, e possono essere talmente lievi da non essere visibili senza un equipaggiamento adatto.
Cause dell’endometriosi
Una delle teorie più accreditate è che si tratti di una malattia congenita presente fin dalla nascita. Tuttavia, tutte le donne possono potenzialmente sviluppare la malattia, se le circostanze ambientali esterne la favoriscono (ci ritorno tra poco).
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica sembra aver riscontrato che l’endometriosi non sia una malattia ormonale, bensì autoimmune. Questa classificazione non nega ma completa la teoria genetica.
Cosa significa malattia autoimmune? Una donna con una predisposizione genetica all’endometriosi potrebbe non sviluppare mai sintomi perché il suo sistema immunitario rimane quieto e non reagisce alla presenza delle lesioni endometriali. Nei casi di endometriosi sintomatica invece, il sistema immunitario reagisce aggressivamente e comincia ad attaccare queste cellule, provocandone l’infiammazione, che a sua volta provoca i sintomi dolorosi.
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica sembra aver riscontrato che l’endometriosi non sia una malattia del sistema ormonale, bensì del sistema immunitario.
Il sistema immunitario reagisce attraverso la produzione di citochine e prostaglandine che infiammano il corpo e le lesioni endometriali. Le citochine sono molecole secrete dalle cellule in risposta ad uno stimolo, e fungono da mediatori nella comunicazione del nostro sistema immunitario. Le prostaglandine sono acidi grassi prodotti dal corpo e vengono influenzate dal cibo che mangiamo. Possono essere positive o negative. Le malattie autoimmuni sono provocate o aggravate dalla infiammazione corporea, ed è per questo motivo che il percorso a supporto di chi ha l’endometriosi potrebbe essere rafforzato da uno stile di vita anti-infiammatorio.
Terapie e cure anti-infiammatorie
In passato, l’unica terapia raccomandata era la terapia ormonale (Pillola&Co, in breve). Questa terapia non cura la malattia, ma semplicemente “spegne” il sistema, dando sollievo ai sintomi (che non è mica poco!).
Alcuni medici consigliano l’asportazione chirurgica completa di utero e ovaie.
Dieta e stile di vita possono giocare un ruolo importante nel percorso di gestione dei sintomi dell’endometriosi.
Attraverso la dieta possiamo incidere in maniera fondamentale sullo stato di salute del nostro sistema immunitario, così come attraverso una routine appropriata che tenga conto delle scoperte scientifiche più attuali in tema di stress e psiconeuroendocrinologia (PNEI).
Alimentazione
La dieta a supporto di chi ha l’endometriosi non è univoca, e non ne esiste una che vada bene per tutte. In generale, ha come obiettivi: ripristinare e fortificare il sistema immunitario, bilanciare gli ormoni e i livelli di prostaglandine nocive, e ridurre gli estrogeni nel corpo.
1) Una sostanza che ad alcune persone provoca infiammazione è la caseina A1
Il latte vaccino contiene generalmente caseina A1, mentre quelli di capra e pecora no.
2) Questi cibi proteggono il sistema immunitario (ma non è detto che vadano bene per te)
- Fagioli, piselli e lenticchie (ricorda di sciacquarli per eliminare la saponina, e di metterli in ammollo, anche le farine, per il tempo indicato. Più ne mangi, meno ti gonfiano)
- Carote
- Thè verde e Roiboos
- Porro
- Yogurt di capra
- Cipolle
- Rabarbaro
- Semi oleosi
- Probiotici come Kefir, crauti, ecc.
- Aglio
- Zenzero
- Tumerice o curcuma. Uno studio del 2012 ha comprovato la capacità cicatrizzante ed anti-infiammatoria di questa spezia sulle lesioni endometriali. Il consumo regolare può non essere sufficiente, ma si può assumere come supplemento in quanto non ha controindicazioni particolari nemmeno nel lungo termine (conferma con il medico o la farmacia)
- Erbe aromatiche, specialmente origano e timo
3) Il glutine può scatenare reazioni autoimmuni a qualcuno, e a qualcun altro no.
Esistono test per determinare se nel tuo sangue sono presenti anticorpi da glutine. A me li ha prescritti la medica di Berlino e ne ho tratto benefici enormi (dopo circa 20 anni in cui i dottori non sapevano che dirmi). Tutt’ora che l’ho reintrodotto in quantità minori, mi causa sbalzi nella temperatura basale che prendo ogni mattina come parte del mio metodo contraccettivo sintotermico, e nebbia nel cervello, se sgarro con le quantità o la frequenza.
4) Assumere zinco e selenio
Questi minerali sono essenziali per regolare il sistema immunitario e potrebbero essere deficitari nelle donne con endometriosi. Chiedi alla dottoressa o al farmacista quale dose va bene per te.
5) Assumere magnesio
Molte donne non assumono abbastanza magnesio, e questa mancanza può causare crampi mestruali, nervosismo, insonnia, dolori muscolari e squilibri ormonali. La dose generalmente raccomandata è di uno o due cucchiaini sciolti in mezzo litro di acqua da assumere nel corso della giornata, tutti i giorni e specialmente nelle due settimane precedenti la mestruazione (attenzione, può dare diarrea se assunto troppo e in fretta). Il magnesio bisglicinato è quello più gentile sul sistema digerente, e ben assimilabile.
6) Bilanciare l’estrogeno attraverso l’assunzione di fibre alimentari
L’estrogeno causa l’ispessimento delle cellule endometriali (e di quelle del seno, della vagina, ecc.) e spesso ce lo ritroviamo in quantità eccessive rispetto al progesterone (il suo ormone sorella) – questo vale anche per le donne senza endometriosi. Le fibre alimentari si legano all’estrogeno e ne facilitano l’eliminazione. Cibi che contengono molte fibre sono:
- legumi
- riso integrale
- quinoa
- frutta e verdura, specialmente le crucifere e le verdure a foglia verde
- avena
- cereali integrali
7) Bilanciare gli ormoni attraverso la salute del fegato
Il fegato è l’organo principale per lo smaltimento degli ormoni in eccesso e le tossine in generale. Se non funziona bene lui, nulla funzionerà a dovere (lo stesso vale per l’intestino e la flora batterica). Una dieta che protegga e sostenga il fegato potrebbe iniziare da un consumo regolare di:
- Carciofi
- Bietole
- Cavolfiore e cavolo riccio
- Carote
- Limone & Lime
- Tarassaco e senape indiana – in insalate, condimenti, come supplementi o infuso
- Crescione
- Bardana – come integratore o infuso
- Cardo Mariano – come integratore o infuso
8) Assumere cibi che favoriscano prostaglandine anti-infiammatorie
- Omega 3 – pesce azzurro e noci
- Olio di oliva
- Olio di cocco – che contiene molti grassi saturi, e dunque va consumato con cautela. Contiene tuttavia molte sostanze anti-infiammatorie riconosciute, ed è per questo che ho deciso di includerlo
9) Evitare o ridurre
- Alcol: vi priva delle vitamine del complesso B (essenziali nella salute del ciclo mestruale) e affatica il fegato
- Caffeina: aumenta i crampi addominali e i livelli di estrogeno
- Farine bianche e raffinate, di qualsiasi cereale
- Fritti abbondanti e grassi saturi: promuovono le prostaglandine nocive
- Carne rossa: promuovono le prostaglandine nocive
- Cibi industriali ultra-processati
- Conservanti e additivi
Stile di vita
Lo stress è uno dei fattori principali nel mal funzionamento della flora batterica intestinale e del fegato. Inoltre, blocca la produzione di progesterone nonché i recettori del progesterone, favorendo così un eccesso di estrogeno. E’ fondamentale fermarsi un attimo e prendere atto di quanto stress sia presente nella nostra vita quotidiana.
Non c’è dieta che tenga, se lo stress è una componente costante. L’intestino non assimilerà i principi nutritivi e il fegato non sarà in grado di smaltire le molecole di scarto.
Non c’è dieta che tenga, se lo stress è una componente frequente o costante
Le due cose vanno mano nella mano e sono ambedue imprescindibili. Anche se non è possibile, per la maggior parte di noi, rivoluzionare di punto in bianco la nostra routine, un primo passo fondamentale è acquisire consapevolezza di quanto stress sia presente nella nostra vita. U
n secondo passo è ritagliarsi del tempo (anche cinque minuti ogni tre ore già fanno la differenza) per prendersi cura di sé. Su internet si trovano ormai migliaia di video sulla meditazione e sulle pratiche di respirazione.
Una respirazione consapevole è la base fondamentale di una vita in salute. E’ una buona notizia se ci pensi: il respiro ci accompagna in ogni momento, è accessibile e piacevole da praticare, e non richiede capacità o tempi proibitivi. Come dicevo, anche cominciare da cinque minuti ogni due o tre ore apporta già dei risultati apprezzabili nel giro di poche settimane.
Dedicare tempo di qualità alle amicizie più care, al gioco e al riso sono rimedi molto efficaci e piacevoli contro lo stress
Gli xeno-estrogeni sono molecole simili agli estrogeni naturali, ma particolarmente nocive in quanto debilitano il fegato e il sistema endocrino. Si chiamano infatti interferenti del sistema endocrino. Essi si trovano nella stragrande maggioranza dei prodotti cosmetici, per l’igiene personale e della casa.
Gli xeno-estrogeni sono presenti nella cosmesi e nei prodotti per l’igiene, e possono contribuire a peggiorare l’endometriosi
Una lista non esauriente comprende:
- la famiglia degli ftalati (DBP, DEHP) – in smalti, profumi, lozioni e deodoranti, ecc.
- sodium lauryl sulfate o sodium laryl ether sulfate – in dentifrici, shampoo, sali da bagno, gel doccia, ecc.
- anolamine (DEA, TEA, MEA) – saponi, lacche, eyeliner, talco, schiuma da barba, ecc.
- petrolati – creme e lucidalabbra
- methyl, butyl, propyl, ethyl – balsami, fondotinta, correttori, maschere e creme per il viso
La predisposizione genetica individuale gioca un ruolo importante per determinare quanto saremo sensibili agli xeno-estrogeni, anche se le più moderne ricerche scientifiche dimostrano come dieta e fattori ambientali siano altrettanto importanti per determinare l’attivazione o meno dei geni con cui nasciamo (questo campo di ricerca si chiama epigenetica).
In sostanza, ho comprovato che non si possono separare mente e corpo. La coscienza non è presente solo nella testa. E tanto meno di tratta di una predominanza della mente sul corpo. Se si prende in considerazione il DNA e di come dirige i peptidi, (il) corpo è la manifestazione esteriore della mente. Candace Pert, PhD, già capo del dipartimento di biochimica del cervello, Istituto Nazionale di Salute Mentale, USA.
Vi sono numerosissime pratiche che possono aiutare a sostenere il nostro corpo e la nostra mente. Per l’endometriosi vengono raccomandate:
- impacchi regolari di olio di ricino – un paio di volte alla settimana per almeno mezz’ora (tranne alla mestruazione)
- agopuntura: particolarmente efficace per la maggior parte delle donne studiate
- applicazione di creme a base di progesterone naturale – un po’ caro e forse non fondamentale se bilanciate l’estrogeno attraverso la dieta
- tecniche di massaggio Wurn, non invasive e create apposta per curare le lesioni dell’apparato riproduttivo femminile (ci credete se vi dico che non esiste una pagina in italiano che lo descriva senza essere stata tradotta – di m* – dal traduttore automatico di Google? Probabilmente sì. Dunque vi rimando alla pagina in inglese e poi al limite lo traducete voi con Google).
- tecniche di massaggio Arvigo, non invasive, che facilitano l’afflusso di sangue ed energia nella zona pelvica, e che possono essere risolutive di un altro problema diffuso ma poco curato, l’utero mal posizionato. Claudia Sfetez è un’ostetrica che lo pratica. La trovi a Trieste.
In sintesi, l’endometriosi è una malattia spesso invalidante, ma che può trovare grande giovamento dalla pillola o dalla chirurgia, ma che dovrebbe essere accompagnata da una dieta su misura, uno stile di vita antoi-infiammatorio e una presa di coscienza dei propri livelli di stress.
Marzo è il mese della consapevolezza, condividi questo articolo se ti è piaciuto: più della metà delle donne affette da endometriosi non ne è consapevole o non le è stata ancora diagnosticata.
https://www.youtube.com/watch?v=IPpAO7YuWyE