L’otto marzo, una ricorrenza e un’occasione per lottare contro la violenza e l’ingiustizia, e protestare contro le discriminazioni ancora tanto diffuse quanto subdole.

Ho passato quindici anni ad lottare “contro”: prima contro la diseguaglianza sociale, poi contro la corruzione, la mafia, l’inquinamento. Qualche anno fa ho deciso di cambiare strategia, e andare “incontro”, ascoltare e accogliere, invece di combattere. Certo le due cose sono le facce della stessa medaglia, ma implicano cambiamenti significativi sia dentro che fuori di noi.

La Body literacy come strumento di consapevolezza

Il passo decisivo per andare incontro alla vita è prima di tutto incontrare noi stessi. “Conosci te stesso” dicevano a Delfi (che vuol dire utero, tra parentesi), ed è proprio da lì che sono partita: dal mio corpo. Così come le lingue straniere arricchiscono la nostra interpretazione del mondo, così la lingua del corpo ha arricchito e approfondito la mia esperienza della realtà e il mio equipaggiamento.

In inglese si chiama Body Literacy – alfabetizzazione corporea, se così vi pare – e può essere definita come la consapevolezza acquisita tramite l’osservazione e il tracciato dei parametri fisiologici della fertilità, integrati con altri parametri corporei e qualità energetiche (fisiche, intellettuali, emotive, sessuali), e la capacità di reagire in base alle informazioni acquisite.

Il termine inglese è stato coniato da Laura Wershler, la quale racconta:

Il concetto mi venne in mente dopo aver letto un romanzo che illustrava l’impatto negativo dell’analfabetismo sui livelli di autostima e sicurezza in sé stessi. Il non saper leggere ci priva dell’opportunità di partecipare allo scambio di idee (…). Mi colpì come le donne occidentali siano penalizzate da un altro tipo di analfabetismo – non viene loro insegnato a “leggere” e interpretare i segnali del proprio corpo. Al contrario, viene loro insegnato a non fidarsi del proprio corpo e ad accettare svariati mezzi artificiali per “gestirlo”.

Consapevolezza della fertilità

I metodi per la consapevolezza della fertilità, conosciuti come FAM (Fertility Awareness Methods), riguardano l’osservazione di due parametri fondamentali: fluidi cervicali, e temperatura basale. Questi parametri segnalano i giorni fertili di una donna. Che sono al massimo 6 in un mese. Avete capito bene, solo sei. Esistono diversi FAM, e sono approvati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità da diversi decenni. Alcuni FAM sono detti metodi sintotermici. Che differenza c’è tra i FAM e il vecchio, inaffidabile metodo Ogino-Knauss o metodo del ritmo/calendario? La scienza. Mentre i vecchi metodi offrivano una sicurezza del 75% , il metodo sintotermico garantisce una affidabilità del 99,6%, più che la pillola o il preservativo, e perfino più della sterilizzazione femminile (!). Chi vuole la sicurezza del 100% si deve astenere dal praticare la nobile arte del sesso, c’è poco da fare.

I FAM vanno studiati con una professionista qualificata, e servono almeno tre cicli per acquisire autonomia e sicurezza. In Italia sono ancora poco conosciuti e diffusi: per approfondire il tema in questione, potete fare riferimento al sito della CICRNF (Confederazione Italiana dei Centri per la Regolazione Naturale della Fertilità) e a quello di INER (Istituto per l’Educazione alla Sessualità e alla Fertilità).

In Germania invece sono più conosciuti, e il più rinomato è stato messo a punto da NFP Arbeitsgruppe Malteser e si chiama Sensiplan. Dopo averlo utilizzato per quattro anni sotto consiglio della ginecologa, mi sono diplomata insegnante nel 2018 e adesso lo insegno.

Vi sono poche applicazioni per telefono che si basano sul metodo sintotermico e lo integrano con i parametri più disparati. Io sono una grande fan dello scrivere, essendo un’attività terapeutica di per sé, ma le app vanno bene, a patto di essere davvero basate sui FAM e non sull’Ogino-Knauss/metodo del ritmo.

Frida Kahlo as superwoman

I quattro benefici principali della Body Literacy

  1. Puoi usare il ciclo come cartina al tornasole

Sapevi che il ciclo mestruale è stato proclamato il quinto segno vitale dal Collegio di Ostetricia e Ginecologia americano? No? Beh, è recente, dicembre 2015. Che cos’è un parametro vitale? È una misurazione delle funzioni corporee che serve per valutare lo stato di salute fisica generale di una persona e che dà indicazioni su possibili malattie o disordini. Il ciclo mestruale rientra in questa categoria: ogni disagio o irregolarità del ciclo può essere utile a individuare in maniera precoce possibili problemi di salute, non per forza legati alla fertilità. Tracciare il ciclo con i FAM, integrandolo di altri parametri oltre ai tre fondamentali sopra citati, può essere utile per diagnosticare squilibri alla tiroide, sindrome da ovaio policistico, endometriosi, squilibri di estrogeno e progesterone, ecc. Alcune donne sono state in grado di individuare stadi precoci del cancro alla cervice attraverso le anormalità del fluido cervicale.

Usare il ciclo come cartina al tornasole significa inoltre ristabilire la sua originale e nobile funzione, cosa che si ripercuote deliziosamente sui nostri livelli di autostima e sicurezza.

2. Puoi ridurre o eliminare i farmaci

Data la grande affidabilità contraccettiva dei FAM, essi rendono superfluo l’uso dei contraccettivi ormonali, che sono gli unici farmaci ad essere somministrati ad individui sani e sono stati inseriti nella lista dei prodotti cancerogeni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1999. Se ti interessa, puoi scaricare il volantino informativo che abbiamo creato per te!

Il ciclo non è mai causa di disturbi o patologie, ma  il meccanismo innato di rilevazione di stress o squilibrio fisico, emotivo o relazionale.

Inoltre, si può imparare a riconoscere – e risolvere alla radice – le cause sottostanti quei fastidiosi crampi, o quell’odioso mal di testa, che fino a ieri avevamo erroneamente attribuito al ciclo. Il ciclo non è mai causa di disturbi o patologie, ma è semplicemente (beh, dì poco)  il meccanismo innato che ci permette di rilevare problemi e squilibri pre-esistenti. È il canarino nella miniera di carbone!

3. Puoi finalmente capire che diavolo ti succede

Il sapere e la consapevolezza aiutano a capire. Capire aiuta ad accettare. Accettare è il presupposto per cambiare, per trasformare ciò che inquina i nostri sforzi. Tracciando il ciclo affiorano, mese dopo mese, motivi sottostanti, ricorrenze e sintomi che prima sembravano irrazionali, ingiustificati e, soprattutto, imprevedibili.

Il ciclo è come la bassa marea: l’acqua ritirandosi mostra cosa c’è sotto; se sono relitti o stelle marine dipende da quanta cura e attenzione abbiamo dedicato al nostro corpo e ai nostri bisogni – Anna Buzzoni

Inoltre, può essere un valido aiuto per convalidare le proprie emozioni e i propri bisogni inascoltati (qui il video su TED di Robyn Stein Deluca sulla sindrome premestruale, ne vale la pena, ci sono pure i sottotitoli).

Il ciclo, e soprattutto la fase premestruale, sono come la bassa marea: l’acqua ritirandosi mostra cosa c’è sotto: se sono relitti o conchiglie dipende da quanta cura e attenzione abbiamo dedicato al nostro corpo e ai nostri bisogni profondi nelle settimane e nei mesi precedenti.

4. Puoi migliorare la fertilità a 360 gradi

Che tu stia cercando di concepire un bambino o un progetto, saper leggere e scrivere il linguaggio del tuo corpo ti dà strumenti eccezionali. Più della metà delle coppie che sta provando ad avere un bambino non sa quando praticare la nobile arte del sesso, sprecando così quei famosi sei giorni. Che peccato! Inoltre, come dicevamo al punto 1, ti aiuta a capire lo stato di salute del tuo sistema riproduttivo, e con l’aiuto di professionisti competenti, puoi considerare un miliardo di cose per rimetterlo in carreggiata, dall’alimentazione allo stile di vita, passando per massaggi terapeutici ed esercizio fisico, senza ricorrere alla fecondazione assistita, spesso pesante dal punto di vista fisico e psicologico.

La fertilità tuttavia non è determinata dal fatto di avere o meno un bambino, almeno qui a Medulla. È una relazione costante con noi stesse, che dura tutta la vita, ed è potenzialmente inesauribile e autorigenerante, a patto di nutrirla, curarla, proteggerla.

Come si diceva al punto 3, tracciare il ciclo ti insegna, tra le altre cose, anche quando è il tuo emisfero sinistro ad essere stimolato, piuttosto che quello destro – prendere al volo queste liane ti fa avanzare più leggiadra nella giungla. Dobbiamo fare un colloquio decisivo? Sarebbe importante sapere quando il corpo e la mente sono pronte a puntino per sostenere tutto quel gran lavoro di preparazione che abbiamo fatto. Dobbiamo riflettere su una questione ambigua? Lo sapete che c’è una parte del ciclo “accordata” apposta per questo? No!? Sapevàtelo! (cit. Vulvia, cioè Corrado Guzzanti – mitico, bellissimo, inimitabile).

 

Per fare un paragone semplice, andremmo a correre 10 km dopo aver mangiato la pastasciutta? Anche no! Ecco, più o meno è di questo che si sta parlando, buon senso, conoscenza e consapevolezza. Mica ingegneria aerospaziale.

Naturalmente nessuna donna è un isola, e il nostro agire è mediato dal mondo circostante. Ma ogni individuo è anche co-creatore della realtà che lo circonda, nella misura in cui la nostra risposta agli eventi esterni li modifica. Tutto sta nella maniera in cui decidiamo di reagire a quello che ci succede, e sapremo come muoverci più in armonia con gli alti e bassi della vita.

La Body Literacy – oi bimbe, a me alfabetizzazione corporea mi fa impressione – ci aiuta in questo, ci dà le “chiavi” per diventare più autentiche e per reagire armoniosamente agli alti e bassi della vita, fidandoci del nostro corpo e sapendo interpretare correttamente le nostre sensazioni, e trasformando gli ostacoli in dignità, forza e consapevolezza.

È il regalo più grande e, a mio modesto avviso, più  urgente che ognuna di noi si deve fare.

Buona ricorrenza donne, andiamoci incontro!